Alto Piemonte: terra di grandi vini storici come il Gattinara, e di piccole quanto preziose denominazioni come Boca. L'uva dominante è sempre re Nebbiolo, che qui chiamano Spanna. Ma un Nebbiolo che in questo clima subalpino si esprime in modi diversi rispetto ai rinomati vini delle Langhe, Barolo e Barbaresco. Ne ho parlato con Marina Fogarty, quinta generazione di Vallana, una delle cantine storiche della zona, che mi ha raccontato le somiglianze e differenze fra Spanna e Nebbiolo delle Langhe, insieme a curiosità storiche e a quello che succede nel panorama vinicolo di questo prezioso angolo di Piemonte.  

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Marina Fogarty - Vallana

Per la quarta puntata del podcast torniamo in Franciacorta a parlare con Silvano Brescianini, questa volta nel suo ruolo di Direttore generale di Barone Pizzini, la prima azienda biologica in Franciacorta. Brescianini ci parla, fra l'altro, delle sfide iniziali che ha dovuto superare per affermare, alla fine degli anni Novanta, un concetto come il biologico che all'epoca suscitava più diffidenze che consensi, ma che rimane per lui la strada da seguire per produrre vini di qualità nel rispetto del territorio.

Barone Pizzini, la sfida del primo Franciacorta biologico

In questa puntata, Matteo Inama parla della filosofia dell'azienda e dell'importanza dei vini derivanti da selezioni di vigneti e uve per chi desidera puntare alla massima qualità. E, durante la chiacchierata, ci annuncia alcune novità interessanti.    

Matteo Inama: il valore delle selezioni

Nella seconda puntata del podcast, WineRover vi porta nei Colli Orientali del Friuli, nell'azienda Cantarutti di San Giovanni al Natisone. Antonella Cantarutti ci parla dell'importanza di un vitigno autoctono come il Pignolo, ma soprattutto mette l'accento sulla necessità per il mondo del vino di tornare ai rapporti diretti fra le persone per conoscere davvero quello che succede nelle aziende dove si lavora e si producono i vini che ci troviamo poi a bere. Per info sulla cantina: www.cantaruttialfieri.it

Antonella Cantarutti

In questa prima puntata del nostro podcast, Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta, ci parla degli ambiziosi obiettivi di un territorio che, partendo da una reputazione costruita sull'eccellenza delle sue bollicine, vuole ora farsi conoscere nel mondo anche per la bellezza dei luoghi. Brescianini tiene a sottolineare che a guidare l'intensa campagna di iniziative, eventi e manifestazioni di vario genere organizzate dal Consorzio non c'è un piano di marketing costruito a tavolino ma semplicemente il desiderio di farsi conoscere, nella convinzione che chi passerà dal vedere le immagini in fotografia al calpestare fisicamente il suolo di questo fazzoletto di terra a sud del lago d'Iseo non potrà che innamorarsene. Allo stesso tempo la Franciacorta persegue un obiettivo di continuo miglioramento dei suoi vini anche guardando molto avanti nel tempo. Ne è un esempio la modifica del disciplinare di produzione che, dal 2017, prevede la possibilità di affiancare ai tradizionali Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, una piccola percentuale di un vitigno autoctono quasi scomparso come l'Erbamat. Varietà difficile da coltivare, con una maturazione molto tardiva - si vendemmia fino a due mesi più tardi dello Chardonnay, ci spiega Brescianini - l'Erbamat è caratterizzato da una grande acidità e finezza, e quindi può risultare utile, ora e soprattutto in prospettiva di medio e lungo termine guardando ai cambiamenti climatici, per mantenere le caratteristiche di eleganza che fanno apprezzare le bollicine di Franciacorta. Per ora sono solo pochi ettari di vigneto, ma nei prossimi anni crescerà sicuramente. Così come è in continua crescita - senza imposizioni ma per naturale emulazione - la produzione di vini biologici, che già oggi raggiunge il 70 per cento del totale.

Silvano Brescianini parla del futuro della Franciacorta

Un programma di Flavio Grassi con interviste, esplorazioni e notizie dal mondo del vino.

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