La recente ricerca di Buzzhole sulla trasparenza nell'influencer marketing evidenzia un cambio di rotta nella produzione dei contenuti sponsorizzati: aumentano in percentuale sul totale dei contenuti disponibili, mantengono elevato l'ingaggio con il pubblico e si contraddistingono per la qualità.Sempre più i Creator, quindi, si affermano come i veri e propri antagonisti del tradizionale mondo giornalistico, soprattutto quello di settore: maggiore aderenza ai canoni di comunicazione attuali, capacità di coinvolgimento, freschezza dei contenuti sono solo alcune delle caratteristiche che contrappongono il mondo dei creator a quello dei tradizionali copy e content writer.Ne abbiamo parlato in questa puntata con Gianluca Perrelli , CEO di Buzzoole. Tra gli spunti interessanti emersi nella chiacchierata, uno in particolare merita una riflessione. Le piattaforme di monetizzazione dei contenuti come Patreon permettono di abbandonare di rifocalizzare l'attenzione sugli obiettivi: dalla crescita (indiscriminata) della fan base alla monetizzazione dei contenuti su un target più ristretto ma effettivamente partecipativo e una minore dipendenza dalle sponsorizzazioni aziendali.Non solo quindi una concorrenza con i copywriter ma, domani, anche con i giornalisti. Manca una scuola dunque, ma i primi accenni a percorsi di apprendimento sono già presenti sul mercato, come ci ricorda l'esperimento di successo della Stardust House .

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Più trasparenza nei contenuti degli influencer

Cosa possono mai avere in comune un condominio residenziale e un'azienda quotata in borsa? Non vi sovviene? Facile: l'assemblea. Quel luogo di incontro, o per meglio dire di scontro, in cui tutti i partecipanti sentono forte il ruolo che il diritto gli ha riservato. Se ci fosse un programma chiamato 'giuristi per un giorno' sarebbe un'ottima platea di discussione.Ma non è di questo che ci occupiamo nella puntata odierna di RadioNext, con Valentina Usellini, senior business development manager di MMM Group ai nostri microfoni. Il lockdown ha creato un vulnus in questo ambito non di poco conto, come commentato recentemente sul Sole 24 ore: decisioni che non potevano essere prese a causa della impossibilità di riunirsi e votare; costi organizzativi per le assemblee societarie e proteste vibranti dei piccoli azionisti impossibilitati o insicuri nel partecipare di persona; frustrazione nel vedere attività proseguire tranquillamente da remoto con gli strumenti a disposizione e le assemblee che non procedevano nel loro iter decisionale. Si è dunque manifestato quasi d'imperio un bisogno netto da parte degli interlocutori di mercato. Che in breve tempo sono diventati potenziali clienti per le nuove offerte di servizio erogate da piattaforme in grado di garantire la sicurezza delle funzioni assembleari, la partecipazione di tutti gli aderenti, la garanzia del diritto e del risultato delle votazioni e il conseguente reporting a supporto di tutte le attività supportate. Abbiamo menzionato i due estremi, ma in realtà i servizi offerti da queste piattaforme sono chiaramente orientati a supportare le piccole e medie imprese. Provare per credere, come diceva un famoso slogan di quarant'anni fa!

La partecipazione diffusa in azienda diventa realtá

Chissà quali meraviglie sarebbe riuscito a progettare Le Corbusier se solo avesse avuto a disposizione gli strumenti a cui oggi il comparto edile può accedere per ripensare il connubio tra urbanistica e architettura. Quelle che dopo la guerra erano visioni avanguardiste di un visionario, le cellule abitative della Cité Radieuse, oggi vengono rispoposte come i nodi di una rete che, sia dal punto di vista fisico-funzionale che dialettico-materiale si compie nei progetti guidati o coadiuvati da Planet, azienda italiana unica nel suo genere nel mondo. Una visione che va oltre i confini nazionali, grazie alla tenacia del suo CEO e fondatore Gianni Savio, oggi ai microfoni di #RadioNext. Da San Paolo a quartiere Giardino di Cesano Boscone, da Hinjewadi a Santa Giulia, la rivoluzione digitale dell'edillizia non ha limiti geografici. Ripensare agli spazi e alle relazioni grazie alla tecnologia, costruendo ex novo o rinnovando dall'esistente interi quartieri, favorendo le relazioni ma non solo: una piattaforma, fruibile da app mobile, progettata per creare una rete sociale sul territorio, fornire riqualificazione professionale grazie a veri e propri corsi di formazione per gli abitanti, creare opportunità di lavoro e di scambio di beni e servizi. Con un target ben preciso: il ceto medio e i cittadini meno abbienti. Perché la trasformazione digitale non è destinata solo alle élite ma, come voleva Le Corbusier, al cittadino attivo.

L'era dell'edilizia intelligente trasforma i quartieri con Planet

Che il comparto della ristorazione sia stato tra i più colpiti dalle restrizioni imposte dalla pandemia, penso sia chiaro a tutti. Che fosse così reattivo però non era scontato. Dal servizio al tavolo a quello a casa, grazie alle piattaforme di delivery, il passo è stato breve. Ma altrettanto rapido è stato lo stimolo impartito al ritorno alla socialità, agli incontri e alla convivialità. Sono gli spunti principali emersi dalla ricerca annuale di TheFork sulla ristorazione in Italia, condivisi ai microfoni di #RadioNext da Andrea Arizzi, head of new business di TheFork. Al netto della nuova ondata di contagi, che potremmo anche considerare 'stagionale' per i prossimi anni, le prenotazioni sono cresciute dell'11%. Certo, non colmano il divario con il 2019, ma sono interessanti segnali di un New Normal. La ricerca evidenzia anche maggiore attenzione dei Clienti alla qualità del cibo, al basso impatto di processo (= pietanze più semplici) e al ritorno alle origini. I tavoli si 'restringono'; cresce l'intimità del momento, si consolida la ricerca di ristoranti riconosciuti e premiati. Ma da un punto di vista di mera gestione manageriale, sono i processi di prenotazione e pagamento a subire il maggiore impatto: se la ricerca online è ormai operazione consolidata, la prenotazione tramite app (che nasce dall'esigenza di una verifica sempre più last minute del posto) e il pagamento con strumenti alternativi cashless impattano non poco sull'esperienza. Pronti a partire, dunque, per un nuovo viaggio alla scoperta del ridisegno dell'hospitality gastronomica? Lo chiedono i Clienti e lo impone anche il momento storico. Buon viaggio!

Un nuovo go to market per la ristorazione, secondo The Fork

La rivoluzione dell'offerta bancaria è stato uno dei primi driver della trasformazione digitale della nostra società: dalle lunghe file allo sportello, dall'arroganza degli istituti finanziari e bancari che dominavano un rapporto economico impari ad una democratizzazione del servizio, maggiore concorrenza, diminuzione dei costi, maggiore trasparenza. Con conseguente tracollo dei player tradizionali che ancora si chiedono cosa ne sarà delle migliaia di filiali che occupano ogni angolo della penisola. Questo per il mercato retail Perché una vera offerta digital per la piccola e media impresa ancora non c'era. Solo riadattamenti di vecchi conti tradizionali che, con un po' di maquillage, sono stati riproposti in chiave moderna, ma con scarso interesse. FIno a quando Qonto non è sbarcato in Italia e ha iniziato a consolidarsi. Una vera e propria banca puramente digitale, integrata a monte e a valle con una miriade di servizi anch'essi digitali: dalla gestione dell'apertura di una partita IVA con LexDo.It alla gestione del pos con SumUp, dalla traccia di bonifici e pagamenti con Slack all'integrazione con Prestashop. Il salto di qualità lo ha compiuto con l'ottenimento dell'iban italiano e, soprattutto, con l'operatività per gli F24, vero cardine dell'amministrazione imprenditoriale. Ora, con 486 milioni di euro raccolti nell'ultimo round di finanziamento che la proiettano tra le aziende a maggiore aspettativa di crescita in Europa, ci aspettiamo un nuovo impulso all'innovazione e all'integrazione con sistemi aziendali evoluti. Perché la concorrenza, in un segmento di mercato oligopolista, serve a ridestare i player tradizionali e renderli finalmente competitivi. Di questo ed altro abbiamo chiacchierato nell'ultima puntata di #RadioNext con Mariano Spalletti, country director di Quonto Italia. P.S. Volete maggiori informazioni o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Inviateci le vostre richieste a radionext@radio24.it

Qonto sbanca con un round da 486 mln € e cambia le regole del banking aziendale

Ricordate nella scorsa puntata il tema dell'experience e della sua importanza, sottolineata da tutti gli ospiti? Questa settimana abbiamo chiesto loro di valutare l'impatto per un'azienda dell'introduzione della VR nei canali di ecommerce. Una sfida non indifferente, considerato che non si tratta solo di tecnologia e di piattaforma, ma di ripensare a tutti gli asset: le immagini da 2D diventano 3D, i testi diventano suoni, le interazioni si evolvono e convergono verso una relazione uomo-uomo-macchina. È già il momento di sperimentare o stiamo parlando di fantascienza? Quali impatti sull'organizzazione? Quali competenze sono richieste? E, soprattutto, di quali investimenti stiamo parlando e in che arco di tempo? Domande a cui Marco Saletta, General Manager di Sony Interactive Italia, Alessandro Barchetti, direttore Digital & Innovation di Unes Supermercati e Matteo Esposito, CEO di InVRsion hanno provato a dare una risposta a queste e ad altre domande emerse durante la nostra chiacchierata. Buon ascolto! P.S. Volete maggiori informazioni o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Inviateci le vostre richieste a radionext@radio24.it

Da Sony, Unes e InVRsion l'evoluzione del VR ecommerce (parte II)

Più volte, in questi ultimi mesi, ci siamo occupati da differenti punti di vista dell'ecommerce, delle sue componenti e degli impatti che questo canale può avere su una azienda strutturata. Questa volta abbiamo voluto provare a guardare oltre; un orizzonte temporale di 5-10 anni, per provare ad immaginare come possa cambiare l'esperienza cliente dell'acquisto. Non solo online, ma anche nel punto vendita. La realtà virtuale può essere quel ponte tra il metaverso e la realtà immanente: una sorta di corridoio di collegamento tra universi oggi ancora paralleli e poco integrati. Ma cosa significa reimmaginare l'esperienza cliente? Come cambia il modo di scegliere, decidere, acquistare, utilizzare e quindi condividere il proprio giudizio su un bene? in questa puntata, prima di due, ci siamo concentrati sugli impatti lato cliente e abbiamo chiesto a Marco Saletta, General Manager di Sony Interactive Italia﻿, Alessandro Barchetti, direttore Digital & Innovation di Unes Supermercati e Matteo Esposito, CEO di InVRsion il loro punto di vista. Perché questi tre player? Il primo rappresenta una piattaforma che, a differenza di un computer, potrebbe essere ben più semplice da utilizzare e rappresenta la piattaforma logistica virtuale; il secondo è a tutti gli effetti il distributore e il terzo l'abilitatore. Nella prossima puntata affronteremo gli impatti lato azienda, sfidando i nostri ospiti a qualche previsione nel medio e lungo periodo. Buon ascolto! P.S. Volete maggiori informazioni o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Inviateci le vostre richieste a radionext@radio24.it

Da Sony, Unes e InVRsion l'evoluzione del VR ecommerce (parte I)

Il mercato bancari, ancorché fondamentale per il funzionamento dell'economia, è in severa trasformazione. Basta guardarsi attorno per vedere sportelli chiudere, sedi storiche mutare pelle ed accogliere i locker logistici di prossimità , accorpamenti di filiali. Cresce l'entropia, cresce la paura di riassetti che potrebbero costare il lavoro a parecchie persone. Ma cresce anche l'offerta, finalmente, di banche e servizi finanziari elastici, liquidi, veloci. In una parola: smart. Dal conto corrente per le PMI di Qonto, ai servizi di prestito quasi istantanei (20 minuti, non 20 giorni) di Banca AideXa. Se per la clientela retail la rivoluzione digitale del conto corrente è ormai un dato di fatto, per le imprese è alle porte. E finalmente, ci tengo a dire. Perché se, una volta tanto, il retail è più appetibile di quello business comportando una accelerazione sul primo fronte, è anche vero che oggi 7 milioni di imprese sono potenzialmente alla ricerca di un partner bancario su cui fare affidamento. L'analisi di Roberto Nicastro, Presidente e cofondatore di Banca AideXa, ai microfoni di #RadioNext è lucida e puntuale: una chiacchierata in profondità sul comparto B2B del mondo bancario, non senza qualche interessante sorpresa. Se volete cambiare banca, è il momento. Fate un regalo alla vostra azienda. Buon ascolto! P.S. Volete maggiori informazioni o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Inviateci le vostre richieste a radionext@radio24.it

Il fintech per la PMI, visto da Roberto Nicastro di Banca AideXa

Non ci credete? Nemmeno io, fino a quando non ho parlato con il fondatore di PetitBambou, un cordiale francese dal nome evocativo: Benjamin Blasco. Il quale mi ha sciorinato con semplicità qualche numero, a dir la verità di impatto: 8 milioni di registrati; una piattaforma facilissima e poco costosa per erogare masterclass registrate (e qualcuna anche live) di meditazione; un numero impressionante di maestri che producono contenuti. Insomma, da quello che doveva essere poco più di un gioco è diventata una vera e propria azienda multinazionale, con sedi nei principali Paesi europei; ed ora si appresta a sbarcare in India. Non mi bastava e l'ho provato. E devo dire che la reason why del servizio è quantomeno potente: quanto rimandiamo i nostri momenti di relax perché non riusciamo a trovare il tempo per andare in palestra dell'insegnante? E funziona. Cuffiette nelle orecchie, ti isoli dal mondo e ti regali 20' di pace. In questo periodo di vacanze potete fare un test e provarlo con le vostre orecchie. Con Petitbambou, è la meditazione che viene da te, sempre disponibile, anche per momenti brevi. Provate ad estendere questo concetto al vostro business. Quanti avrebbero pensato, prima di leggere questo articolo, che questa attività poteva essere fatta solo in presenza? Quanti ostacoli superabili ci poniamo nel nostro business e non proviamo nemmeno ad affrontarli? Fino a quando qualcuno ci supera. E allora son dolori. Buona meditazione. Buon ascolto... e buon inizio d'anno. P.S. Volete maggiori informazioni o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Inviateci le vostre richieste a radionext@radio24.it

Online ogni business può decollare. Anche quello della meditazione

Vista l'attenzione che questi creator stanno raccogliendo sul mercato, vale la pena farsi questa domanda. Non sarebbe la prima volta che l'allure del nuovo abbagliasse al punto da investire in maniera avventata. Avevamo introdotto l'argomento durante la puntata dedicata al concetto di performance con Mathias Stadelmeyer, CEO di Tradedoubler Attilio Redivo , partner di Outcome Consulting ( ha analizzato insieme a noi il fenomeno, indagandone l'impatto sia sulla parte alta del funnel - quella afferente all'awareness e alla consideration per intenderci - sia la parte bassa, più propriamente orientata alla conversione in vendita. Se questi content creator, come amano spesso definirsi, sono qui per rimanere vale la pena capire più a fondo come integrarli nelle proprie campagne. E' un mercato estremamente ricco e variegato quello della content creration: un mercato da 38,2 miliardi di dollari da qui al 2030, con un tasso annuo di crescita composito (CAGR) atteso del 12%, secondo InsightSlice. Buon ascolto! P.S. Volete maggiori informazioni o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Inviateci le vostre richieste a radionext@radio24.it

Quanto fa vendere un influencer?

Se dicessi Marketplace, il primo pensiero andrebbe ad Amazon. Eppure in tante geografie, in mercati lontani e vicini dal nostro, il player preso ad esempio non che copre 18 Paesi. E se il vostro obiettivo fosse la terra dei tulipani? In questo caso il primo player è BOL , che in Italia ha avuto poco successo ma in Olanda è il punto di riferimento per la vendita multibrand e generalista online. Per non parlare poi della Cina: la galassia dei player è numerosa, variegata ed interconnessa. Quasi fossero delle corporation nipponiche con ramificazioni in numerose e differenziate attività. Alibaba è solo il primo esempio a cui poter fare riferimento: da Aliexpress (https://it.aliexpress.com/?gatewayAdapt=glo2ita) a Tmall (https://www.tmall.com/), da Taobao a Etao fino ad arrivare al sistema di pagamento Alipay. Regole diverse, modelli di business simili ma non uguali, sistemi di sdoganamento e tassazione disomogenei, gestione delle vendite e, soprattutto abitudini e aspettative dei clienti finali dissimili da quelle a cui siamo abituati, richiedono però una preparazione specifica. Che può essere acquisita con esperienza interna o con specifiche competenze acquisite sul mercato; oppure con l'aiuto di specialisti come l'italianissima Yocabe , fondata da Vito Perrone che ai microfoni di #RadioNext ha condiviso i risultati della loro ultima ricerca sullo stato dell'arte dei marketplace nel mondo, disponibile sul sito . Sicuramente un panorama variegato, quello presentato da Vito Perrone, che richiede una reazione pensata e strutturata per cogliere le opportunità che la crescita dell'ecommerce sta regalando a tanti manufacturer e transformer B2B e B2C. Non rimane che drizzare le antenne e capire come fare i prossimi passi. Buon ascolto! P.S. Volete maggiori informazioni o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Inviateci le vostre richieste a radionext@radio24.it

Altro che Amazon! Nuovi mercati, con l'aiuto di Yocabé

Ci sono startup e aziende che fanno dell'innovazione uno strumento per creare proprio valore ed altre che lo creano per il mercato. Treedom è una di queste: grazie all'ecommerce puoi acquistare alberi che verranno piantati e che contribuiranno alla riforestazione del Pianeta, diminuendo il carbon footprint dell'azienda o del privato cittadino. E grazie alla geolocalizzazione certificano la localizzazione dell'albero, ne condividono le immagini e ti permettono di seguirne la crescita. Una sorta di adozione a distanza. Una soluzione che sembra fatta apposta per le piccole imprese (e i comuni cittadini, perché no?) che stanno pensando ai regali di Natale per la propria clientela. Avete in mente un'idea più intelligente di questa? Siete ancora in tempo per acquistare sul sito la soluzione che fa per voi. Il team di Treedom ha studiato numerose soluzioni anche per le aziende medio grandi, grazie alle quali costruire dei veri e propri progetti di comunicazione e di CSR. Soluzioni ready to go, già presenti sul sito come il calendario dell'avvento per le aziende) e ad hoc pensate per specifiche esigenze. Una storia davvero bella, quella del suo Founder Federico Garcea, ai nostri microfoni. Da seguire perché fa riflettere. Buon ascolto :-)

Compra un albero per i tuoi clienti, garantisce Treedom

Già da qualche anno girava negli Stati Uniti un modello di retail completamente esperienziale. Mi sono chiesto più volte, anche a questi microfoni, come mai non fosse stato importato anche da noi in Italia. Finalmente ci ha pensato Webidoo, che da factory di consulenza digitale per le piccole e piccolissime imprese oggi sbarca nel mondo del tech retail con un'idea completamente nuova sul nostro mercato: toccare, provare, testare il prodotto. Portarlo anche a casa per un'ulteriore test, se necessario. E poi comprarlo online. Perché il negozio è privo di cassa in senso stretto. E' una piccola fiera della tecnologia, dove i brand 'affittano' spazi espositivi per presentare, anche in anteprima, i propri prodotti e raccogliere feedback preziosi. Un sistema di metriche e di raccolta di dati e informazioni sui comportamenti dei clienti è a disposizione dei manufacturer; fa parte della proposta di partnership. Ma che fine fanno i prodotti inviati in test a casa? Questa ed altre domande sono scaturite nel thread su Linkedin che ha dato origine all'intervista con Giovanni Farese, co-founder e direttore generale di Webidoo. Domande alle quali abbiamo dato risposta nell'intervista e, soprattutto, nel podcast esteso. Buon ascolto!

Il retail esperienziale sbarca in Italia con Webidoo

La diciannovesima edizione dell'evento dedicato ai professionisti della comunicazione digitale si è appena concluso. Un nuovo formato, in parte in presenza con un palco selezionato a Milano in via Tortona e una diffusione capillare online con lo streaming. Abbiamo chiesto un resoconto a porte chiuse a Carlo Noseda, presidente di IAB Italia. Tre le direttrici seguite: Zero Emission Digital, il progetto di IAB sul carbon footprint del digitale. Ed è la prima volta in Italia che si parla di sostenibilità dei bit da parte degli addetti ai lavori; connected TV, cosa cambia, come si integra e quali opportunità all'orizzonte. E, per concludere, 65 workshop formativi dedicati alle aziende e ai professionisti. Il tutto condotto grazie alla regia di Sergio Amati. Nomi eccellenti, italiani ed esteri, quelli che hanno calcato il palco: da Scott Brinker a Luciano Floridi; da Andrea Santagata a Katia Bassi; dalla ministra Messa (l'unica che ho citato senza un profilo linkedin... vorrà mica dire qualcosa??) a Federico Capeci; da Carlo Botto Poala a Roald Van Wik. E tanti, tanti altri ospiti, aziende, speaker. Un parterre ricchissimo. Da ascoltare o riascoltare. Direttamente sul sito del forum. E il 2022? Sempre più commistione tra on e offline, sempre maggiore integrazione crossmediale e spinta incisiva verso la facilitazione alla creazione di valore condiviso. Ma manca ancora un anno, avremo tempo per arrivarci preparati. Buon ascolto! P.S. Volete maggiori informazioni o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Inviateci le vostre richieste a radionext@radio24.it

Come è andata a IAB Forum 2021? Ce lo racconta Carlo Noseda

Siamo ormai molto vicini a IAB Forum (https://www.iabforum.it/), che si svolgerà online dal 16 al 18 novembre. È l'evento annuale della comunicazione digitale, in cui si fanno i bilanci dell'anno e si analizzano i trend che segneranno il passo dell'anno a venire. Con #RadioNext abbiamo voluto provare ad anticipare qualche analisi, dopo aver incontrato a Milano Matthias Stadelmeyer, pragmatico CEO di Tradedoubler. Advertising a performance, modelli di pianificazione, impatti del covid, integrazione tra canali e ruolo degli influencer nelle campagne sono stati i temi discussi insieme in una lunga chiacchierata. Ne emerge un mercato in forte ripresa, con nuovi player che si affacciano e vogliono sperimentare. Ma con obiettivi e prospettive di risultato differenti: maggiore concentrazione sul lower funnel e meno interesse per l'awareness. Probabilmente figli della necessità di recuperare il terreno perso nei due anni precedenti. Fa specie ascoltare il tono sconsolato di un'(ancora) incompiuta convergenza tra la tv e il digitale. Segno che le generazioni tendono a considerare di uso esclusivo una piattaforma o piuttosto incapacità dei pianificatori di proporre campagne realmente integrate e misurabili? Non mancano però gli spunti interessanti, soprattutto quando si tocca il tema degli influencer: oggi è possibile integrarli in maniera proficua ed efficace in una campagna omnichannel. Anche a performance. Buon ascolto! P.S. Volete ascoltare una storia in particolare o approfondire un argomento specifico? O ancora, siete curiosi di una case history? Scriveteci a radionext@radio24.it e raccoglieremo per voi la testimonianza.

Sempre più performance nella pubblicità online, secondo Matthias Stadelmeyer CEO di Tradedoubler

RadioNext è il programma settimanale di Radio 24 sulla trasformazione digitale, un confronto sulle tematiche digitali viste con gli occhi dell'imprenditore, del manager, del professionista per capire le opportunità e gli impatti che il cambiamento epocale che stiamo vivendo offre alla nostra classe dirigente.Attraverso il dialogo con un ospite affronteremo i temi specifici del business, i modelli competitivi, gli ostacoli culturali, i nuovi approcci innovativi, le sfide organizzative e la centralità del cliente.

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